dimanche 25 janvier 2015

Italia.Nel bel paese, Nonna Maldina-84 Anni. A caccia di cibo tra i rifiuti dei cassonetti Media Italia Vision



Pubblicato il 10 ott 2014
Nonna Maldina-84 Anni. A caccia di cibo tra i rifiuti dei cassonetti
Centinaia di anziani a caccia di cibo tra i rifiuti dei cassonetti
Aumentano i casi nel Miranese e in Riviera: quasi duecento le segnalazioni. Livieri (Asl 13): «Pensionati con la minima e in affitto». La Caritas: «Una soluzione c’è: che i Comuni usino gli scarti dei supermercati»
DOLO. Quasi 200 anziani nei 17 comuni della Riviera del Brenta e Miranese sono costretti a cercare fra le immondizie qualcosa da mangiare. Il fenomeno che fino a 6 anni fa era limitato a segmenti limitatissimi della marginalità sociale, ora sta assumendo connotazioni endemiche. I centri più colpiti sono quelli con un gradi di urbanizzazione più elevata: Mira, Spinea, Mirano, Martellago e Dolo. Ma anche nei piccoli centri parrocchie e servizi sociali segnalano episodi davvero preoccupanti di miseria.
«La situazione», spiega Francesco Vendramin responsabile della casa alloggio San Raffaele a Mira e referente Caritas per la Riviera, «a Mira è davvero grave. Abbiamo 20 casi di anziani che vanno a rovistare nei cassonetti dell’umido per vedere se trovano pane raffermo ancora commestibile. I casi a di anno in anno sono in aumento». A Mira Taglio nel quartiere centrale di via Gramsci, da due settimane i cittadini esterrefatti notano 4 anziani del posto rovistare nei cassonetti già al primo mattino.
«Abbiamo segnalato i casi al Comune», dice Mario Morara, residente in zona, «e ci è stato detto che si tratta solo di povere persone in cerca di un pezzo di pane per mangiare». Vendramin spiega poi che ormai da 5 anni a questa parte, ogni giorno i bidelli delle scuole pubbliche a Mira «fanno fronte alle richieste di anziani che chiedono di avere parte del cibo avanzato dai bimbi».

La situazione non è certamente migliore in altre aree della Riviera e del Miranese. «Sono almeno 200», dice il presidente della Conferenza dei sindaci dell’Asl 13, Fabio Livieri, «gli anziani che ogni giorno in tutto il comprensorio dei 17 comuni rovistano nella spazzatura alla ricerca di cibo o vestiario. Un fenomeno che un tempo era solo di pochissimi con disagio psichico e che ora invece colpisce persone che hanno una pensione minima, un affitto, bollette da pagare, e che non hanno coraggio, per orgoglio e dignità, a chiedere aiuto a Comuni e parrocchie. I Comuni dal canto loro soldi per aiutarli non ne hanno, e restano a questo punto solo le mense caritatevoli».

Per Francesco Vendramin della Caritas una soluzione c’è: «Basta che i negozi e supermercati cedano le rimanenze a un magazzino organizzato e gestito con un addetto comunale. Il problema di chi non ha da mangiare sparirebbe, visto che ogni giorno quintali di cibo buono vanno al macero».