vendredi 17 janvier 2014

BERLUSCONI E RENZI MERCANTEGGIANO LA NUOVA LEGGE ELETTORALE






di Gianni Lannes


E' la notizia del giorno ormai nell'Italietta delle banane, pardon, delle bandane: i renzusconi inciuciano per la riforma elettorale. Pdl e Pd meno elle sono gli stessi partiti eterodiretti che hanno usufruito per 9 anni di questo "porcellum", dichiarato fuorilegge dalla Corte costituzionale. 

Adesso mister tessera P 2 numero 1816 - massone deviato di lungo corso - già incandibile per legge (ancora in vigore) nel 1994 poiché titolare di licenze radiotelevisive - senza averne titolo - contribuirà a varare un'altra porcata, pur di bivaccare sul cadreghino per conto terzi (straniero) e distruggere definitivamente l'Italia invece di stare in galera come ha stabilito una sentenza definitiva di condanna, al posto di tanti poveracci. Come si può affidare alle fazioni partitiche che hanno barato e truccato le regole democratiche, incancrenito i gangli vitali dello Stato, la riforma delle stesse? Insomma, l'avanspettacolo a caro prezzo - pagato dai fessi dei contribuenti - continua triturando il diritto, la legalità e la giustizia. L'esempio più eclatante è la clamorosa sentenza della Consulta che il 13 gennaio ha sentenziato in palese contraddizione con il suo stesso pronunciamento del 4 dicembre 2013.

L'intesa tra Berlusconi e Renzi c'è già. La cosiddetta "riforma elettorale" ricalcherà il modello spagnolo, ovvero quello preferito dal Cavaliere. Il sindaco di Firenze porta a casa le liste corte e bloccate, così potrà eliminare la minoranza interna. Per il momento Berlusconi mette da parte la richiesta di elezioni anticipate, quindi avanti con la manomissione della Costituzione.

Non importa se gli onorevoli sono abusivi e scaduti, per loro gira sempre la ruota della fortuna. Tanto sanno che gli italidioti, accecati dal servilismo, al massimo grugniscono lamentele ma poi tornano a battere le mani per il potente di turno o per il "messia" telecomandato con le tasche piene di soldi spattacolari che aizza le folle grullone sbraitando populismo, demagogia e retorica a buon mercato.