lundi 28 octobre 2013

Su La Testa!: SCIE CHIMICHE: PETIZIONI INUTILI! OCCUPARE I PALAZZI DEL POTERE

Su La Testa!: SCIE CHIMICHE: PETIZIONI INUTILI! OCCUPARE I PALA...:


Scie chimiche in Piemonte (autunno 2013) - foto Ferioli





di Gianni Lannes


Dico quello che penso, senza infingimenti, come sempre. E se qualcuno si offende o scandalizza problemi suoi. Il mio parere è disarmante: le petizioni sulle "scie chimiche" al governo italiano oppure all'Unione europea, o se preferite all'Onu, o a chi vi pare, sono assolutamente inutili. 

Multinazionali e governi che hanno pianificato l'aerosolterapia bellica nei dettagli, infischiandosene della salute della popolazione, perché l'obiettivo è proprio di ridurla, fanno e faranno finta di nulla. Se qualcuno ingenuamente o furbescamente pensa che bastino convegni, conferenze, informazioni su internet, e raccolte di firme è meglio che si dedichi attivamente all'ippica. 

I criminali in divisa e doppiopetto che irrorano la popolazione vanno affrontati con altri metodi più incivi e risolutivi. Queste bestie che ci stanno avvelenando hanno messo in conto le inutili, ripeto, inutili petizioni.

Mi batto soltanto per i bambini che non possono difendersi, perché gli adulti pur sapendo se ne fregano della realtà e fanno finta di nulla, trastullandosi prevalentemente e in gran massa, con il tifo calcistico, la tv, il sesso, la droga, eccetera.

Mi auguro che tali iniziative siano almeno in buona fede da parte di chi le organizza. Attenzione perché in questi movimenti c'è anche chi specula a favore di un proprio tornaconto. Chi è responsabile di questo fenomeno cestinerà anche se si dovessero raccogliere 500 mila firma. Così si perde solo altro tempo utile. Ho letto ad esempio nei testi: "

 "se il Governo Italiano è a conoscenza delle operazioni di aerosol comunemente chiamate scie chimiche... se il Governo Italiano intenda assumere, per quanto di competenza, iniziative volte a determinare il rischio ambientale e per la salute della popolazione, dei territori soggetti a operazioni di aerosol".

Allora che fare? Sensibilizzare le persone e organizzare la paralisi pacifica dell'Italia, l'occupazione nonviolenta dei palazzi di governo, a partire da Palazzo Chigi.

Per dirla con Gandhi: "Sono le azioni che contano. I nostri pensieri per quanto buoni possano essere sono perle false fintanto che non vengono trasformati in azioni. Sii il cambiamento che vuoi vedere nel mondo".

Il tutto ci è vietato, ma del tutto possiamo conoscerne parti sufficienti a farci capire di più se riusciamo a collegarle fra di loro, a mettere insieme i frammenti degli avvenimenti  che ci vengono forniti in maniera diacronica, illogica.

Ma è possibile che sia così pericoloso schierarsi dalla parte della verità? Certo, è rischioso, ma ciò non toglie che vada fatto ugualmente. Non c’è bisogno di eroi, però, e soprattutto di retorica o populismo, purtroppo di gran moda.

Cosa si può fare? Intanto non restare indifferenti. Fare qualcosa insieme invece che contro. Chiamare a raccolta quelli che si riconoscono nell’essere a favore delle persone, per la verità e la giustizia. Non si può sempre vivere contro qualcuno o qualcosa.

Sono nauseato da questa recita quotidiana della vita politica italiota coi soliti burattini e burattinai perennemente nei salotti tv; mi viene una rabbia fuori controllo solo a sentirli nominare perché purtroppo in Italia i rifiuti si riciclano soltanto in politica. In Italia - prevalentemente - i palazzi del potere e le figurine che li animano sono marce. La mafia alberga nel cuore delle istituzioni.

Il progresso di una comunità civile non si misura dalle leggi di carta a "difesa della vita", ma dal rispetto della legalità e dalla cura dell’ambiente e soprattutto dei bambini.

Il male non è ovunque. In questo Belpaese ci sono bimbi che sorridono e hanno parole semplici di verità e bellezza. Ci sono molte persone buone e sagge che aiutano quelli in difficoltà, ma non basta. 

Ci sono tanti esempi di buona volontà nel quotidiano. Non è tutto perduto. C’è qualcosa nell’animo umano che ti impedisce di arrenderti del tutto, anche quando le forze vacillano. Qualcosa come il pianto di un bimbo sofferente che ti dà l’energia e la sensazione che valga ancora la pena lottare per un ideale democratico.

La biosfera può soddisfare i bisogni di tutti se l’economia globale rispetta i limiti imposti dalla sostenibilità e dalla giustizia.

Come ci ha ricordato Gandhi: “La terra ha abbastanza per i bisogni di tutti, ma non per l’avidità di alcune persone”.  Dunque: sovvertire le priorità: allo sfruttamento delle risorse è necessario contrapporre la tutela dei beni comuni: aria, acqua, terra.

Io non ho una ricetta per la felicità, una soluzione in tasca che valga per tutti. Credo fermamente che ognuno di noi possa fare la sua parte per riconquistare il senso e la misura delle cose. Ma senza perdere tempo occorre passare al fare, uniti, insieme.

Alla disperazione giovanile incombente, programmata a tavolino, c’è soluzione. Eppure tanti giovani sopravvivono consumando nel vuoto i giorni e l’intelligenza. Così sebbene sia assente nel nostro Paese la pena di morte, vige legale e inesorabile la morte per pena.

E non mi importa chi vinca le elezioni, la finzione parlamentare in corso, perché non è lì la vita reale, ma qui, nelle difficoltà dei giorni sempre uguali, senza privilegi, senza vantaggi, senza soldi facili, senza salute, senza speranza e senza futuro.

La politica ha un grande valore solo se fatta come servizio verso la collettività, solo se realizza un futuro migliore per l’umanità. Bisogna superare il proprio egoismo, la propria stanchezza, i propri timori e i giorni sempre uguali che sembrano veleggiare verso il niente. 

Si è liberi nella misura in cui agite in modo che le vostre azioni realizzano il bene comune. Non smarrite quel bagliore di dignità che vive dentro ognuno di noi e non consentite agli altri di togliervelo.

Le persone sono stanche, non sono motivate e non ne possono più. Poi, però, si rialzano. Allora, ce la possiamo fare a dispetto di tutto e di tutti. Quel che conta è la capacità di reagire alle circostanze, anche le più avverse, perché in fondo al tunnel c’è la luce. La forza di un’idea libera può cambiare il mondo.